About


Mi chiamo Sara e sono una Gulliver con grandi occhiali e ricci neri, sbarcata dalla nascita sull'isola di Lilliput
Gioia mi chiama mio padre quando è di buon umore. Adoro quando mi chiama così.
Gioia non è felicità, è proprio uno stato dinamico, esplosivo, giunge all’improvviso e non chiede mai il permesso. Non è la festa in sé ma è l'attimo prima che cominci, è un colore preciso ma anche tanti mischiati insieme, è qualcosa che proprio non puoi nascondere, è una forma che ti si tatua addosso e senti così tua.
Vorrei che le mie creazioni fossero GIOIE.
Gioie da indossare. Gioie da infilare in tasca. Gioie da regalare. Gioie su misura e soprattutto Gioie FUORI misura. Gioie che stanno in una mano. Gioie che si nascondono in un cassetto. Gioie che escono da una scatola. Gioie per sognare un mondo che non esiste, oppure diSegnare proprio quello che hai davanti agli occhi e non riesci più a vedere. Gioie da muovere, Gioie che mettono le radici ma sanno viaggiare. Gioie intime ma anche sfacciate. Gioie leggere, ma con uno spessore pari alla quantità di ricordi che evocano. Gioie piccole, minuscole, perché la miniatura è porta stretta per eccellenza, "è una delle abitazioni della grandezza, […] i valori sprofondano nella miniatura, la miniatura fa sognare." (Gaston Bachelard, La poetica dello spazio).
Gioie evocatrici
Gioie rimpicciolite
Gioie da.
Portare.
Sempre.
Con sè….
…insomma GIOIE LILLIPUZIANE.

Il mio personalissimo motto? : 'Se potessi ti miniaturizzerei, per portarti sempre con me'.

Come cominciò tutto? Era un'estate del 1987 e nascevo io. Non ricordo quando iniziai a disegnare. Ricordo che amavo disegnare sezioni di case, nelle quali era possibile guardarci dentro, un po' come una casa di bambola aperta, una casa con la fronte spalancata.
Il mio percorso di studi è cominciato al liceo artistico, proseguito con una laurea in Arti visive presso la Naba di Milano, e continuato lì con un Master of Arts in Visual Arts and Curatorial Studies.
Dopo anni di studi d'arte, in questo momento sto guardando al mondo dell'artigianato con particolare attenzione e curiosità: dopo anni di studi, progetti e concetti, ritorno alle mani.
Il mio incontro con le paste polimeriche è accaduto per caso. Estate del 2008, Lisbona, in viaggio con un'amica. Rimango colpita da una bancarella coloratissima sotto i portici, compro un anello a forma di torta stilizzata, bianca, rossa e blu. Tornata a casa mi butto su internet, scopro cosa sono le paste polimeriche termoindurenti: BOOM, si apre innanzi a me un mondo infinito e pieno di sfumature. Comincio a modellare questa pasta colorata, creando inizialmente dolcezze da indossare…poi via via sperimentando innumerevoli soggetti, golosi e non. Ho un’attenzione maniacale per i dettagli, mi piace pensare alle mie gioie come delle vere e proprie microsculture trasportabili. Le mie mani hanno cominciato a dar vita alla materia per gioco e ora non ne possono più fare a meno. Pian piano ho abbandonato matita e pennelli, non faccio schizzi preparatori: affondo direttamente le dita nella pasta, provo e riprovo ma è esclusivamente nella modellazione che nascono le mie figure. La vertigine che provo nel veder nascere qualcosa di tridimensionale che fino a poco prima non esisteva se non in potenza nella pasta, è indescrivibile.
Penso sia prerogativa indispensabile delle mie Gioie la loro ‘trasportabilità’, si possono mettere in tasca o in una piccola scatola e poi indossare, le persone che le adottano diventano così dei “musei ambulanti”, mi piace pensarle così.
Con le mie Gioie vorrei trasmettere l'attenzione per le piccole semplici cose quotidiane. Tutte le piccole cose richiedono cura e lentezza. “Vi è stato bisogno di molto tempo libero nella tranquillità della stanza per miniaturizzare il mondo" (G. Bachelard)
Sono anche convinta, che non sia necessario urlare o ingigantire qualcosa per sottolinearla, se la rimpicciolisci…la esalterai. "Prendere una lente d’ingrandimento significa fare attenzione: ma fare attenzione non implica già avere una lente? L'attenzione è già da sé una lente d'ingrandimento." (ivi)

Che ne dite di lasciarvi contagiare dal fascino perturbante di GIOIE LILLIPUZIANE ?